lunedì 27 maggio 2013

Giovedì 6 giugno

 GIOVEDì 6 GIUGNO


ore 19,30
Apertura delle giornate con il concerto di Francesco Benozzo & Fabio Bonvicini  

Libertà l’è morta

Un piccolo viaggio nella ricca e poco nota tradizione libertaria del canto tradizionale, per riscoprire le radici non politiche, non banali, non fraintendibili del grande anelito alla libertà del repertorio orale italiano. Un’occasione di riflessione a  partire  dalla  musica  dei  popoli,  e  dalla  sua  «convinzione  assolutamente  irresistibile  che  ciò  che  la tradizione conserva sia proprio il mezzo per ottenere vita e felicità».

Francesco Benozzo    canto, arpa celtica, arpa bardica
Fabio Bonvicini          canto, organetto, piffero, flauti, ocarina, piva, percussioni

Francesco   Benozzo,   menzione   speciale   della   critica   ai   Folk   Awards   di Edimburgo  nel  2007  e  finalista  al  Premio  Tenco  2009,  ha  all’attivo  sei  album come  cantante  e  arpista.  Di  recente  si  è  esibito  al  teatro  Valle  di  Roma  in  un reading con il premio Nobel per la letteratura Wisława Szymborska.

Fabio  Bonvicini  è  uno  dei  più  attivi  protagonisti  della  rinascita  della  tradizione musicale emiliana. Ha suonato e suona in numerosi gruppi, molti dei quali da lui fondati, tra i quali Pivaritrio, Compagnia  dell’asino che porta la croce, Suonabanda, Pivenelsacco. 


ore 21,00

I BENI COMUNI / BANNING POVERTY  

[dichiariamo illegale la povertà]


ne parliamo con 

Riccardo Petrella      Università del Bene Comune Bruxelles 
Alessandro Mazzer   Associazione Monastero del Bene Comune



Riccardo Petrella

Economista politico, fondatore del Comitato Mondiale dell'Acqua e autore del Manifesto dell'Acqua, il prof. Riccardo Petrella è da sempre impegnato per la difesa dei Beni Comuni. Nel 2004 ha fondato l'Università del Bene Comune, presente ovunque sia possibile proporre soluzioni alternative alla mondializzazione dell'economia capitalistica di mercato. 
E’ consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e professore di mondializzazione presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio); insegna anche alla “Libera Università di Bruxelles” (sessione olandese). Presidente del Gruppo di Lisbona è collaboratore di “Le Monde Diplomatique” ed è stato per cinque anni presidente dell’Associatión des Amis de Le Monde Diplomatique. E’ tra i promotori dell’iniziativa internazionale “Dichiariamo illegale la povertà" (DIP), www.banningpoverty.org.
A dialogare con lui sul tema, sarà il prof. Alessandro Mazzer, presidente dell’Associazione Monastero Bene Comune, realtà nata nel 2009 presso l'antico monastero di Sezano (Verona), da un gruppo di persone che hanno a cuore la promozione della convivenza umana e organizzano attività, esperienze, ricerche, istanze e proposte di crescita umana, culturale, sociale e spirituale in un clima di accoglienza, familiarità e creatività, che caratterizza il vivere insieme. L’Associazione è tra i promotori della DIP che mira a mettere fuorilegge le fabbriche dell’impoverimento e contribuire alla costruzione degli elementi fondativi di un nuovo Patto sociale mondiale, agendo con proposte sul piano delle leggi, delle istituzioni, delle pratiche sociali e collettive.





“Dichiariamo illegale la povertà – Banning poverty 2018”

Il traguardo
“Domandiamo che l’Assemblea Generale dell’ONU approvi nel 2018, 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, una risoluzione nella quale si proclami l’illegalità di quelle leggi, istituzioni e pratiche sociali collettive che sono all’origine e alimentano la povertà nel mondo. Le campagne di azione che condurremo tra il 2012 e il 2017 in diversi paesi del pianeta mirano a dimostrare che è possibile concretizzare la messa fuorilegge delle cause dell’impoverimento”.


I dodici principi dell’illegalità della povertà




  1. Nessuno nasce povero, né sceglie di essere povero. 
  2. Poveri si diventa. La povertà è una costruzione sociale. 
  3. Non è solo – né principalmente – la società povera che “produce” povertà. 
  4. L’esclusione produce l’impoverimento. 
  5. In quanto strutturale, l’impoverimento è collettivo. 
  6. L’impoverimento è figlio di una società che non crede nei diritti alla vita e alla cittadinanza per tutti, né nella responsabilità politica collettiva per garantire tali diritti a tutti gli abitanti della Terra. 
  7. I processi d’impoverimento avvengono in società ingiuste. 
  8. La lotta contro la povertà (l’impoverimento) è anzitutto la lotta contro la ricchezza inuguale, ingiusta e predatrice (l’arricchimento). 
  9. Il “pianeta degli impoveriti“ è diventato sempre più popoloso a seguito dell’erosione e della mercificazione dei beni comuni, perpetrata a partire dagli anni ’70. 
  10. Le politiche di riduzione e di eliminazione della povertà perseguite negli ultimi 40 anni sono fallite perché hanno combattuto i sintomi (misure curative) e non le cause (misure risolutive). 
  11. La povertà è oggi una delle forme più avanzate di schiavitù, perché basata su un “furto di umanità e di futuro”. 
  12. Per liberare la società dall’impoverimento bisogna mettere “fuorilegge” le leggi, le istituzioni e le pratiche sociali collettive che generano ed alimentano i processi d’impoverimento.
     


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